Commento Vangelo III Domenica di Pasqua

Di seguito troverete una riflessione al vangelo della III Domenica di Pasqua di don Gianvito Sanfilippo, se preferite potete scaricare il file audio.

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Come i discepoli di Emmaus, non vediamo Cristo risorto che cammina al nostro fianco quando eventi particolarmente dolorosi ci coinvolgono, e non capiamo quanto ci accade. Come i loro occhi, così i nostri sono incapaci di riconoscerLo, e nel nostro cammino, come fu nel loro, talvolta discutiamo, anche nervosamente, perché dal cuore sorge imperiosa la domanda: “Perché proprio a me? Eppure ho sperato e pregato tanto…”. Il Signore, oggi come allora, si affianca con premura e ci invita a parlare: non vuole che ci isoliamo nel nostro dolore, ma che ci apriamo, ci sfoghiamo, e mette al nostro servizio i suoi ministri per ascoltarci. Poi ci ammaestra, a volte correggendoci con affetto, mostrando quanto sia necessario nella vita attraversare delle prove, portare qualche spina dolorosa, per la nostra salvezza eterna, e non di rado per la testimonianza evangelica che facilita la salvezza altrui. Infine, spezzando le Scritture e il Pane, accende i nostri cuori alla speranza e svela la sua presenza misteriosa in ogni evento. Affiancarsi a chi soffre, stemperare ansia e pena, aprire con la catechesi l’accesso alle Scritture, ai sacramenti, rinfrancando i cuori affranti, sono azioni che esprimono una Carità sublime, necessaria quanto quella che accoglie l’affamato che non ha riparo.
Fonte: Radio Vaticana

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